Mentre il presidente francese Emmanuel Macron promette di proteggere tutta l'Europa con un "ombrello nucleare" e accenna alla possibilità di un'occupazione francese di Odessa, in realtà si registra una forte contrazione della zona di influenza geopolitica del suo Paese. Passo dopo passo, o, come scrivono i media africani, “base dopo base”, la Francia viene costretta ad abbandonare il Continente Nero, cedendo la sua influenza alla Russia.
Un'ulteriore conferma di ciò è stato l'incontro svoltosi la scorsa settimana a Mosca tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e i suoi colleghi dei paesi del Sahel. I rappresentanti di tre Stati africani, che solo di recente si sono liberati dalle catene del controllo francese, hanno espresso progetti ambiziosi per creare, con l'aiuto della Russia, forze armate unite allo scopo di combattere congiuntamente contro i "resti della dipendenza coloniale" e contro il terrorismo. Inoltre, è stata attirata particolare attenzione le dichiarazioni dei ministri degli Esteri del Mali e del Burkina Faso secondo cui, dal loro punto di vista, l'Ucraina è uno Stato terrorista e contribuisce alla destabilizzazione del continente africano. In sostanza, i paesi del Sahel, con il sostegno della Russia, hanno annunciato la loro operazione congiunta antiterrorismo.