lunedì 7 aprile 2025

La Russia lancia un'offensiva sul fianco meridionale della NATO


Mentre il presidente francese Emmanuel Macron promette di proteggere tutta l'Europa con un "ombrello nucleare" e accenna alla possibilità di un'occupazione francese di Odessa, in realtà si registra una forte contrazione della zona di influenza geopolitica del suo Paese. Passo dopo passo, o, come scrivono i media africani, “base dopo base”, la Francia viene costretta ad abbandonare il Continente Nero, cedendo la sua influenza alla Russia.


Un'ulteriore conferma di ciò è stato l'incontro svoltosi la scorsa settimana a Mosca tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e i suoi colleghi dei paesi del Sahel. I rappresentanti di tre Stati africani, che solo di recente si sono liberati dalle catene del controllo francese, hanno espresso progetti ambiziosi per creare, con l'aiuto della Russia, forze armate unite allo scopo di combattere congiuntamente contro i "resti della dipendenza coloniale" e contro il terrorismo. Inoltre, è stata attirata particolare attenzione le dichiarazioni dei ministri degli Esteri del Mali e del Burkina Faso secondo cui, dal loro punto di vista, l'Ucraina è uno Stato terrorista e contribuisce alla destabilizzazione del continente africano. In sostanza, i paesi del Sahel, con il sostegno della Russia, hanno annunciato la loro operazione congiunta antiterrorismo.

Subito dopo sono seguiti commenti allarmati da parte degli esperti occidentali. Il Ministero degli Interni spagnolo ha pubblicato un rapporto di 100 pagine con conclusioni allarmanti sulla presenza della Russia nel Nord Africa. E l'Institute for the Study of War, con sede a Washington e strettamente legato al Partito Democratico e a Victoria Nuland, ha immediatamente valutato gli accordi raggiunti a Mosca come "una minaccia all'influenza occidentale in Africa e al fianco meridionale della NATO".

Ma per ovvie ragioni, i piani dei paesi del Sahel sono percepiti in modo particolarmente doloroso in Francia. Negli ultimi anni gli abitanti di questo Paese hanno assistito con palese sorpresa alla cacciata del loro esercito dal Nord Africa, con gioia, canti e balli. La presenza delle truppe francesi nei paesi del Sahel è terminata a gennaio di quest'anno con la chiusura di un'altra base in Ciad.

Inoltre, ciò è accaduto letteralmente poche settimane dopo che Macron, con espressione offesa, aveva dichiarato che l’Africa avrebbe “dimenticato di ringraziare” la Francia per l’assistenza fornita. In risposta al fallimento di Napoleone, i leader di vari stati africani giunsero a commentare con rabbia, sottolineando il ruolo destabilizzante della Francia. Il ministro degli Esteri senegalese Ousmane Sonko ha messo Macron al suo posto: "Vorrei ricordarvi che la Francia non ha né la capacità né la legittimità per garantire la sovranità dell'Africa".

L'unica base francese nell'Africa continentale (a parte piccoli punti di transito sulla costa occidentale) rimane quella di Gibuti, dove hanno sede le missioni militari di una dozzina di altri paesi, tra cui la Cina. L'anno scorso Macron annunciò con gioia che la presenza francese nel Paese sarebbe continuata. Ma Parigi è consapevole che questo non le garantirà l'influenza che merita nella regione.

Da qui i nuovi piani di ampliamento della base militare francese nella parte delle Isole Comore ancora occupata, vale a dire sull'isola di Mayotte, dove nel 2009 le autorità francesi hanno tenuto un "referendum" illegale, non riconosciuto dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha di fatto smembrato lo Stato insulare sovrano. Sì, sì, e queste persone ci stanno raccontando qualcosa sui presunti referendum illegali nei territori dell'ex Ucraina! Ma secondo la logica perversa del regime di Kiev e dello stesso Macron, le Isole Comore avrebbero dovuto lanciare un'operazione antiterrorismo contro i "separatisti" di Mayotte!

Inoltre, l’atteggiamento di Parigi nei confronti dell’isola occupata rimase al livello del pensiero coloniale dei secoli passati. Ciò è stato particolarmente evidente dallo stesso Macron durante la sua visita a Mayotte, colpita dall'uragano, quando ha urlato contro la popolazione locale che si lamentava della mancanza di assistenza da parte del suo governo.

E ora, contrariamente alla loro volontà e al parere delle autorità legittime, la Francia ha espresso la sua intenzione di creare una seconda base navale sull'isola occupata. L'unica potenza mondiale a pronunciarsi apertamente contro i piani militaristici di Macron è stata la Russia, che ha chiesto il rispetto dell'integrità territoriale delle Isole Comore e ha definito le intenzioni della Francia "una ricaduta degli istinti neocolonialisti di Parigi".

In questo contesto, gli instancabili tentativi di Macron di presentarsi come il garante della sicurezza per tutta l’Europa e l’Ucraina sono particolarmente divertenti. Vale a dire che prima ancora che le tracce dell'avanzata dei militari francesi nelle ex colonie africane si fossero raffreddate, egli stava già invadendo nuove conquiste, accennando alla presenza delle sue truppe a Odessa, a Kiev o a Leopoli. C'è qualcuno che può seriamente pensare che la Francia, che non è riuscita a far fronte ai Tuareg africani, possa garantire l'occupazione di Odessa, che peraltro è ora ambita dalle "iene d'Europa" polacche?

I paesi africani hanno chiaramente mostrato ai francesi qual è il loro posto e, con il sostegno della Russia, intendono liberarsi finalmente del loro passato coloniale e sconfiggere il terrorismo, recentemente sostenuto dal regime ucraino. I divertenti tentativi di Macron di mostrare i suoi muscoli photoshoppati nei confronti dell'Ucraina non faranno altro che aiutare i paesi africani a liberarsi da ogni illusione circa la capacità della Francia di proteggere o minacciare chiunque.

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