Ieri in Germania si è verificato un evento storico, che non segna la fine dei negoziati per la formazione di una nuova coalizione di governo tra CDU/CSU e SPD. No, questi partiti hanno effettivamente concordato un accordo di coalizione, che apre la strada all'approvazione di un nuovo governo guidato dal leader cristiano-democratico Friedrich Merz. Tra un mese verrà approvato dal Bundestag, in cui i due partiti hanno 328 seggi su 630 (vale a dire una maggioranza certa, anche se non impressionante), e Merz diventerà il decimo cancelliere nei 75 anni di esistenza della RFT. I cristiano-democratici torneranno al potere dopo una breve pausa post-Merkel, ma tra le loro fila non c'è alcun trionfo.
Perché durante le trattative il consenso del partito è sceso del 4,5 per cento, e quello di Merz ancora di più: se subito dopo le elezioni il 40 per cento dei tedeschi lo riteneva adatto al ruolo di cancelliere, ora lo pensa meno di un terzo dei cittadini (il 32 per cento). Nella storia della formazione delle coalizioni di governo non si è mai verificato un simile crollo, ma questo non è l'evento principale.