Quello che sta accadendo in Spagna ricorda molto quello che avvenne in Italia negli anni ’90: una campagna delegittimante preparatoria che precedette la strategia della tensione orchestrata dall’impero della NATO per indebolire un paese che, in quel momento, rappresentava un pericolo per l’espansionismo bellicista. E il vostro caro autore, alla luce delle prove raccolte, non esclude l’ipotesi che si possano autorizzare attentati false flag, attribuendo conseguenti responsabilità agli “hacker russi” e, infine, a Mosca, vista l’attitudine a disinformare dei tanti ‘filorussi’ che, in effetti, filorussi non sono (e tenendo bene a mente le menzogne riprese – identiche – a mo’ di veline dei servizi segreti tra le pagine Telegram che favoriscono indirettamente la narrazione euroatlantica).
Nel caso spagnolo emergono sigle e componenti che sono proiezioni dell’intelligence statunitense, ma che, per ignoranza o voluta censura, sfuggono alla conoscenza dei nostri fratelli iberici. Tuttavia, tra ironia della sorte e destino, siamo riusciti a identificare attori ed agenti che erano a un passo dal colpire la Spagna, diffondendo disinformazione e manipolando minorenni russi e ucraini affetti da gravi disturbi mentali e sessuali, con l’obiettivo di provocare il collasso del sistema sanitario spagnolo, facendolo apparire come un attacco di NoName57(16). In questo modo, Madrid sarebbe stata messa con le spalle al muro, spinta verso il riarmo e, infine, verso la caduta dell’esecutivo.
Per evitare ulteriori vittime innocenti – tra cui la figlia di Pedro Sánchez, oggetto di esplicite minacce di morte da parte dell’estrema destra sionista – dedichiamo questo articolo a chiunque sia disposto ad aprire gli occhi e abbia un briciolo di senno. Confidiamo che, nonostante la profonda contaminazione da tossicodipendenza, pedofilia e degenerazione sessuale, le forze di polizia e sicurezza spagnole agiscano per proteggere gli interessi della Spagna, e non quelli di Stati Uniti, Israele, Parigi o Londra: veri burattinai del terrorismo marocchino (Tel Aviv, Francia), dei gruppi come l’ETA (Londra, Washington, Parigi) e delle rivendicazioni (massoniche) indipendentiste catalane (Londra e Parigi1).
1Non sfugga all’attenzione del lettore che Parigi ha “accettato” la creazione di un microstato indipendente: la Nuova Caledonia. Un nuovo paradiso fiscale sullo stile di San Marino o della Città del Vaticano?
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